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LSD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Cosa fai nella vita?”

Domanda interessante, domanda stimolante.

Domanda che apre infiniti scenari, dà avvio a conversazioni importanti, suscita reazioni imprevedibili (vedi monologhi di ore, crisi di pianto ininterrotto, crisi di panico, crisi di identità, crisi di ogni altro genere).

 

“Cosa fai nella vita?”

Domanda stimolante, domanda fertile.

Infinite sono le risposte possibili. Risposte che ti aspetti, risposte che non ti aspetti. Risposte capaci di accendere interesse, risposte capaci di smorzarlo in un istante.

 

“Cosa fai nella vita?”

Certamente, tra le possibili risposte, alcune possono a buon diritto definirsi “affermazioni promettenti, rassicuranti”.

  • Studio Economia e Commercio alla Bocconi.

  • Lavoro in un’azienda da un paio d’anni, a Gennaio firmerò un contratto a tempo indeterminato

  • Sto per laurearmi in Ingegneria Informatica, comunque mi sono già iscritto ad un Master di perfezionamento in Germania. Parto dopo l’estate

  • Ho superato il test di Medicina, sogno di diventare medico da quando ho sei anni. I miei hanno uno studio e mi hanno trasmesso l’amore per la vita

  • Sto progettando un trasferimento negli Stati Uniti dai miei nonni. Sai, due collezionisti d’arte. Riescono ancora a portare avanti la loro attività, ma ormai hanno bisogno di qualcuno che li supporti

Tra le risposte promettenti e rassicuranti, queste rientrano certamente in una plausibile top five.

 

“Studio le forme ceramiche prodotte in Italia Centrale nel Medioevo. Sai, mi piacerebbe riuscire a capirne l’evoluzione nel tempo” non è una risposta propriamente rassicurante, e neppure promettente. Certamente non rientra in nessuna plausibile top five, molto probabilmente neppure in una top ten. Anzi, a voler essere proprio onesti, se si stilasse una classifica di tutte le risposte possibili in ordine decrescente dalla più incoraggiante alla meno sensata, l’affermazione in questione troverebbe posto nelle periferie più desolanti, intorno a “mi interesso del flusso migratorio del gheppio minore” e “ricerco l’equilibrio interiore attraverso lo studio del karman, un giorno riuscirò a divenire parte complementare del vero tutto”.

 

Va comunque detto che dedicarsi all’evoluzione delle brocche realizzate nei secoli dell’età di mezzo è un’attività che, sulle prime, può risultare agli altri interessante. E’ anzi una vera carta vincente nella fase di approccio iniziale con una lei, un lui, una suocera reticente, un gruppo di amici. “Mi dedico all’evoluzione delle brocche nei secoli dell’età di mezzo” è una frase che fa proprio scena, in effetti. Il collegamento con Indiana Jones viene spontaneo, immediato ai più, ed allora è fatta. La breccia è aperta. Tuttavia oggi è necessario essere pragmatici e tagliar corto con romanzi e citazioni poetiche. Chi studia le tazze medievali, i gheppi minori ed il karman non ha generalmente i soldi per un caffè. Di fronte al primo scontrino condiviso, i fidanzati e gli amici se ne accorgono e la breccia si richiude subito.

 

Nonostante l’esistenza degli scontrini, c’è però chi lo fa. Chi, brocche e tazze medievali, le studia per davvero. C’è chi prova dell’emozione nell’analizzarle per ore. C’è chi investe gli anni della propria giovinezza lavando, asciugando, suddividendo, disegnando frammenti di ceramica. E lo fa gratuitamente, lo fa in magazzini umidi e senza stufa, lo fa di notte perché di giorno lavora in un bar. C’è poi anche chi si domanda quale sia il dosaggio di LSD necessario a rendere un individuo masochista a tal punto. 

 

- Laura abbiamo finito. LSD anche questa! Mi aiuti a tirarla su? Pesa un sacco

LSD. Lucy in the sky with diamonds. Ma anche ceramica lavata, siglata, divisa. Acronimi che rimandano a mondi diversi ma dagli effetti collaterali simili. LSD. Quando lo si scrive sulla cassetta, si raggiunge subito l’ebbrezza. Ceramica pronta da studiare. LSD. Un mucchietto di lavoro che se ne va. LSD. Un nuovo sospiro di sollievo. LSD. Uno spiraglio di luce in più accanto ad una comunque enorme valanga di cocciame.

- Daje Bea! E mo però chi ci arriva fino a lassù?

Laura e Bea non si scompongono. Loro sono abituate a sollevare cassette tutti i giorni. Fanno parte di un team di archeologi che scava in zona centro, coordinano il magazzino dove si custodiscono i reperti. Mica spicci. Certo, lavorano senza uno stipendio in cambio, ma all’inizio è questo il prezzo da scontare se si vuole rendere il proprio curriculum competitivo. Laura e Bea danno un ordine a quanto viene trovato e raccolto nel corso della giornata. Agiscono dietro le quinte, là dove picconi e pale non servono più. In piedi, dinanzi ad un tavolo di legno, spazzolano e siglano cocci trovati da altri. Non spetta a loro il momento della gloria, vissuto invece da chi riscopre il passato nel fango. Sono però loro che riescono a decifrare quanto ha ancora da dire quel passato, che ora torna a fare capolino in forma di coccetti così simili a grumi di terra. Laura e Bea gestiscono le fila dello scavo e nessuno sembra farci caso.

 

Con movimenti sincronizzati un’altra cassetta se ne va, in cima ad una pila ormai arrivata al limite delle altezze consentite da norme di sicurezza e buon senso.

- Beh, era l’ultima! Direi che anche oggi è andata.

- Evviva. Però stavolta niente caffè che il ragazzino delle ripetizioni già mi aspetta

Le scarpe antinfortunistiche finiscono in una busta, tornano le all star di sempre.  Si chiudono gli zaini, si salutano i compagni di giornata. Le addette al magazzino si dirigono verso la metro B. Camminano a passo stanco e distratto, noncuranti delle loro magliette impolverate, delle loro facce senza trucco, di una spesa ancora da fare, di giornate sempre più distanti dalla comune concezione di vita perfetta. Loro uno stile di vita da top five non lo hanno mai conosciuto. Ma d’altra parte, a cosa serve una top five quando si ha della ceramica a vetrina pesante alla quale pensare? Che se lo tengano pure gli altri, l’orgoglio di una raggiunta top five. Laura e Bea hanno il privilegio di condividere le loro giornate con orli d’anfora, ceramica a vetrina sparsa e maiolica arcaica, alla Bocconi non ci pensano più di tanto. Solo nei momenti bui, che però hanno più o meno tutti di tanto in tanto. Forse, anche gli studenti della Bocconi.

 

- La ceramica trovata oggi mi preoccupa. Come è possibile che ci siano frammenti di vetrina pesante in strati di XV secolo? Forse sono residui. O forse sono in fase e abbiamo sbagliato noi la stratigrafia. Abbiamo scavato demmerda. Oddio me lo sentoo Beaaa abbiamo sbagliato tuttooo!

- E’ da almeno due ore che me lo stai dicendo. Boh, non ne ho idea e comunque senti, che te frega? Oggi è carnevale, e se non ti dispiace vorrei focalizzarmi sul costume da cat woman. Mi manca ancora la coda, renditi conto. Della vetrina pesante ne riparliamo domani mattina grazie

 

Fermata Bologna. Laura deve scendere.

- Laura ti passo a prendere alle sette e mezza. Non fare la sòla

- Non lo so se vengo Bea, non ho neppure un costume decente ..

- Non dire cazzate. Quello da marinaretta dello scorso anno va benissimo, non se lo ricorda nessuno tanto. Alle sette e mezza sotto casa tua punto.

- Oocchei ... ma domani dobbiamo risolvere la questione della vetrina pesante.

Il tempo di un “occhei” e le porte si richiudono, tra una Laura e una Bea ancora impegnate nei commiati.

 

A Quintiliani scende anche Bea.

E’ stata trovata ceramica a vetrina pesante in strati di XV secolo.

Questa settimana le toccherà essere di turno al bar sia sabato che domenica.

L’assicurazione della macchina è in scadenza.

Ma questa sera Bea sarà cat woman. Questa sera sarà Carnevale. Adesso bisogna solo trovare una coda nera, tutto il resto verrà domani.

 

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